19.9.2013
- Incontro con Daniele Vicari, regista
CINEMA SI', VIDEOMESSAGGI NO
Un mare di cultura, libri, cinema e anteprime che ha inondato la città. Un'infinità di bandierine gialle disseminate lungo i muri, i portoni, i cortili a indicare dove ci si può incontrare per saperne un po' di più e per diventare - o magari solo sentirsi - leggermente migliori. Pordenonelegge 2013, una festa della cultura sparpagliata nei vicoli cittadini vestiti a festa per una festa della narrazione.
Mi appare così Pordenone, prima volta che la visito.
Quando arrivo alla stazione, 21.34 di mercoledì 18, ad aspettarmi ci sono due angeli custodi che mi porteranno a destinazione con una macchina: "Tutti ragazzi dai sedici anni in poi", mi spiegano: "Il primo anno siamo volontari, poi ci rimborsano...".
Sono qui perché sabato sera, alle 21, dovrò presentare e moderare un dibattito. Ma mi rendo conto subito che è un evento, questo, che è qualcosa di più di un motore che rimette in moto l'economia locale e il turismo di fine stagione. Eppure c'è un understatment che fa piacere: nessun locale forzatamente aperto, nessun negozio che tira fino a tardi per raccogliere l'ultimo cliente, nessun bar a trasformarsi, a tarda notte, in squallido anziché elegante com'era fino a poco prima. Tutto simbolico ma che qualcosa dice: perché la cultura è la normalità che diventa semplice e che si infila nel quotidiano.
Mi piace Pordenone, che se ne parla poco ma fa cose come questo evento e fa parlare il cinema muto.
Cammino per le strade fino a tardi: mi colpisce la doppia anima austriaca e veneziana. Un viale di portici e palazzi bassi che ricorda le cittàdi provincia, anche se qui pare di essere al confine.
In tutti i sensi, questa originalità: anche nella scelta studiata e calcolata degli ospiti che parteciperanno ed è piacevole poter pensare che non sia la solita compagnia di giro.
Una riflessione che mi porto appresso mentre rientro in albergo, e stanca accendo in automatico il televisore più che altro per sapere che ore sono e se c'è qualche tg ancora acceso. Si parla del videomessaggio che da una settimana, come una finale dei mondiali, era atteso per essere poi adorato o demonizzato. Spengo immediatamente, perché sono a Pordenone dove si sta per aprire una cinque giorni di libri, anteprime, e bandierine gialle che indicano a chi vorrà dove diventare leggermente migliori.
E mentre sto scrivendo già mi rendo conto di essere dentro a Pordenonelegge, perché tra poco parteciperò a un incontro su cinema, sceneggiature e soprattutto giovani.
Altro che videomessaggio.
La preistoria, volendo, potrebbe essere finita.
19.09.2013 - Incontro con Natalino Balasso, comico
CONTROEDITORIA: CONTENUTI, NO GADGET
Il scritore, certe volte, si guarda nel spechio e vede la giente.
Tutto
così, di frasi brevi e sincopate e contenuti che spiazzano. E' il
"Libro del scritore", scritto, precisamente, da uno scrittore nascosto
dentro a un comico che impazza su Internet e che ancora una volta ci
convince che il diavolo (come la verità) è nell'arte. Natalino Balasso,
una curriculum da spettacolo e un'anima da poeta che si manifesta solo
in dialetto veneto.
Come questo suo volume, pubblicato da
Pordenonelegge che quest'anno si fa editore e che nasce come atto di
denuncia. Un attacco frontale all'editoria classica interessata - spiega
Balasso - "solo ai gadget e al commercio". E dei contenuti
chissenefrega, prosegue, se "la corsa è ad andare da Fazio per vendere
il proprio libro". Efficace, ma non nuovo. Solo che questa volta
l'attacco alla mancanza di contenuti viene messo per iscritto in un
volume che va considerato una chicca perché al suo interno c'è tutto:
essenza e sostanza.
Mancano invece il colore, le foto di
copertina e persino il nome di un autore che decide di annullarsi per
lasciar spazio alle proprie idee. Atto di coraggio, visto che si sa fin
da ora che il volume non venderà - se non in minima parte e senza
distribuzione. Ma a Pordenone succede anche questo: che un libro possa
essere un veicolo della cultura fine a se stesso e che i suoi contenuti
siano più dirompenti di un'esposizione in vetrina.
20.09.2013
LIBRI, WIFI E POLTRONE COLORATE: PORDENONE DEMOCRATICA E TUAREG
Non
è solo la festa del libro è anche il trionfo di una città, Pordenone, e
la sua rinascita per i giorni che la vedono protagonista. Oggi, tra un
incontro e l'altro, ho visitato la Biblioteca civica. Da rimanere di
sasso, annichiliti. Una bellezza che difficilmente può essere racconta,
un mix tra innovazione e tradizioni, dove le poltrone colorate si
sommano alle travi in legno che la sovrastano. E dove i ragazzi, tanti,
giovani, moderni, passano il loro tempo tra libri e pc di ultima
generazione affogando nel wifi gratuito e democratico.
Questo,
più i grandi nomi che affollano il festival, con file di ragazzi e
adulti che vogliono ascoltare per crescere....una lezione di civiltà che
la dice lunga sul potere delle idee.
Adesso scappo di nuovo, tra
poco parlerà Ibrahim Kane Annour, che dal Sahara è arrivato a Pordenone,
la capitale dei tuareg d'Italia. Se è poco.
20.09.2013
ACQUA, MANGIAMOLA SENZA SPRECARLA
Che
fosse un bene comune, ok. L'avevamo acquisito. Non come avremmo voluto
ma il più nelle coscienze è penetrato. Che fosse esauribile anche. Più o
meno è un messaggio arrivato a destinazione. Ma che l'acqua fosse un
alimento che mangiamo, questo no.
Giunge nuova,
almeno a me. Eppure è così, da adesso lo so anche io e da domani vorrei
lo sapessero tutti coloro (spero tanti) che parteciperanno all'incontro "DIALOGO SULL'ACQUA"
che si terrà a palazzo Vendramini, alle 21, proprio durante l'evento
Pordenonelegge. Una conversazione seria ma diretta, visto il calibro dei
partecipanti: Riccardo Valentini, Nobel per la Pace 2007 e Andrea
Segré, Presidente di Last Minute Market.
Assieme a loro, e grazie a
loro, cercheremo di percorrere le vie dell'importanza di un uso
consapevole dell'acqua. A partire da dati impressionanti: ad esempio che
nel solo 2010 è stato prosciugato 1/10 del mar Adriatico, che per farsi
un caffè sono in realtà necessari 140 lt di acqua...Tutte informazioni
sconosciute, se si pensa che per capire davvero il consumo dell'acqua
non va considerata solo quella impiegata direttamente ma anche quella
necessaria all'intero sviluppo della filiera del prodotto.
Ecco
perché se si spreca del cibo, in realtà si spreca anche dell'acqua. E in
maniera irrecuperabile. Il resto domani, perché c'è ancora tanto da
dire e da scoprire....Ad esempio che l'acqua ha tre colori: il blu, il
verde, il grigio.....
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